martedì 5 aprile 2011

La macchina Enigma

Ho letto Enigma di Robert Harris. Libro che mi ha affascinato molto più per gli aspetti storici che per la storia in sé. Il protagonista della storia è Thomas Jericho, un matematico che lavora a Bletchley Park durante la Seconda Guerra Mondiale. Prima della lettura di questo libro ammetto che non immaginavo l'enorme importanza che hanno avuto i matematici per le sorti della guerra. Bletchley Park, in Inghilterra a nord di Londra, era il centro di decrittazione dei messaggi tedeschi. Quali messaggi?

Durante la guerra, il Regno Unito aveva un notevole fabbisogno di materiali e materie prime, le quali erano garantite da importazioni dagli Stati Uniti attraverso convogli navali. La Germania sapeva che l'affondamento di questi convogli avrebbe generato enormi problemi al Regno Unito, che inizialmente resisteva esclusivamente con le proprie forze all'offensiva tedesca (Battaglia dell'Atlantico)
Il servizio informazioni radio della marina tedesca (B-Dienst) poteva leggere i codici navali britannici e in particolar modo quelli della marina mercantile. Poteva così seguire la posizione dei convogli inglesi sin dalla loro partenza. 
E qui entra in gioco Enigma, la macchina decriptatrice tedesca. 
I sottomarini tedeschi (U-Boot), presenti nell'Atlantico, inviavano la propria posizione alla B-Dienst attraverso messaggi cifrati proprio attraverso Enigma. Così la B-Dienst, monitorando la rotta dei convogli britannici, inviava istruzioni ai propri sottomarini più vicini, sempre criptate con Enigma, con l'obiettivo di affondare il maggior tonnellaggio possibile del convoglio. 

Detto questo, diventa chiaro come la possilità di decriptare i messaggi intercettati della marina tedesca era di vitale importanza per l'Inghilterra. E questo era quello che si tentava di fare a Bletchley Park. Storicamente, la decriptazione di Enigma permise all'Inghilterra di conoscere le posizioni dei sottomarini tedeschi e di far cambiare rotta ai propri convogli per evitarli. E fu una delle mosse più importanti che permisero di far volgere la situazione bellica nettamente dalla parte alleata. E il libro riesce a riacreare abilmente questo scenario di guerra dura parlando "semplicemente" del lavoro di un matematico.

Di spunto riflessivo una frase del matematico britannico Godfrey Harold Hardy vissuto tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, citata nel libro
"La vera matematica non ha effetti sulla guerra. Nessuno ha mai scoperto un fine bellico che possa essere servito dalla teoria dei numeri."
ma la frase successiva di Robert Harris, attraverso il pensiero di Tom Jericho, è
"Hardy non ci aveva proprio azzeccato."

Citazioni da "Enigma" anche nei post La donna tosta e Il trucco.

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