Gli avvenimenti di Mondo senza fine si collocano temporalmente circa due secoli dopo quelli di I pilastri della terra. Il libro ti trasporta nel XIV secolo, ai tempi della guerra dei cent'anni tra Inghilterra e Francia con riferimenti storici sempre puntuali. E' facile affezionarsi ai personaggi della vicenda. Sono ben caratterizzati e, come negli altri libri dell'autore, anche il "buono" non è esente da difetti. Forse è proprio per questo che ci si affeziona: li sentiamo più simili a noi. A tal proposito mi è capitato di leggere in rete questa frase a riguardo:
"Alla fine del libro i personaggi sono come vecchi amici che si salutano con dispiacere."
Le vicende sono legate al priorato di Kingsbridge, dove si avvicenderanno nell'arco di quasi mezzo secolo 3 priori: Anthony, Godwin e Philemon. Al contrario di Philip, saggio priore protagonista del primo libro, i 3 sono spinti più da interessi personali che dal bene della collettività e giustificano le loro azioni egoistiche raccontando al popolo che queste sono compiute per volere di Dio.
E così veniva costruito il palazzo del priore per volere di Dio. Il priore rubava i soldi alle suore perché era Dio che lo voleva. Quando la peste nera si presentava in tutta la sua crudeltà, il priore con i suoi monaci, che a quell'epoca facevano anche le veci di medici, per paura del contagio scappavano dalla città. Sempre per volere di Dio. E sarebbero ritornati quando la situazione si sarebbe ristabilizzata. Perché Dio li rivoleva lì, ad occupare il palazzo costruito con i soldi delle suore.
"Mi sento ribollire il sangue. Sta distorcendo completamente la realtà!"Nell'arco del libro anche i cittadini stessi di Kingsbridge cominceranno così a dubitare dei loro capi spirituali
“Non mi fido mai di chi proclama la propria moralità dal pulpito. Quei tipi dai sani principi riescono sempre a trovare una scusa per infrangere le loro stesse regole. Preferisco fare affari con un peccatore comune, il quale sa che, a lungo andare, probabilmente torna a suo vantaggio dire la verità e mantenere le promesse. Di solito uno così non cambia idea.”e si ribelleranno chiedendo l'autonomia della città in maniera tale da non dover più sottostare alle leggi del priorato. E la otterranno.
Inglorioso il confronto tra Philip, protagonista di I pilastri della terra, ed i 3 priori protagonisti di questo libro. Rimanendo sempre vicino alla gente con umiltà e scelte oculate, il primo aveva fatto sì che Kingsbridge crescesse nel nome di Dio e divenisse uno dei più importanti centri d'Inghilterra. E nella storia sarà per sempre ricordato dal popolo come "il grande priore Philip". I secondi invece saranno ricordati come coloro che hanno costruito il palazzo del priore e poi sono scappati codardamente alle prime difficoltà. Secondo loro, sempre nel nome di Dio.
"Rilassati. Dio conosce la verità, e anche la gente."
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