giovedì 16 giugno 2011

Si può fare (2008)

"Si può fare" è un film di Giulio Manfredonia uscito nelle sale cinematografiche nel 2008. I fatti si svolgono all'inizio degli anni '80 a seguito della legge Basaglia che in pratica sancì la chiusura dei manicomi in Italia. Da qui si cominciarono a formare delle cooperative, dove potevano lavorare gli ex-pazienti dei manicomi. "Si può fare" si ispira alla storia di una di queste allora nuove cooperative: la Noncello di Pordenone.

Il protagonista è Nello (interpretato da Claudio Bisio), un sindacalista che si trova a gestire la Cooperativa 180 formata da alcuni ragazzi dimessi dai manicomi.
"Siamo matti mica scemi."
Al suo arrivo, il lavoro dei ragazzi consisteva semplicemente nell'attaccare francobolli alle buste. Dopo poco tempo Nello si rende conto che quei ragazzi sono in grado di fare lavori ben più stimolanti ed anche remunerativi e decide così di convocare un'assemblea tra i soci, che essendo una cooperativa sono proprio i ragazzi in questione. Inizialmente, soprattutto a causa delle forti dosi di tranquillanti a cui vengono sottoposti dal dottor Del Vecchio, le idee latitano
"Io non ho idee, nessuna idea, vuoto totale!"
ma piano piano si giunge ad un risultato e la cooperativa decide di entrare nel mercato come posatori di parquet, anche se, almeno inizialmente, non tutti sono d'accordo.
"Sudare nella polvere non rientra tra i miei interessi. Io il lavoro già ce l'ho: faccio miracoli. Sono pagato dagli UFO sotto forma di pensione di invalidità. Me la mandano il 27."
Dopo le prime difficoltà,
"Siamo fuori da Tuttocittà! Queste strade non esistono! Dobbiamo rientrare a Tuttocittà!"
grazie soprattutto alla bravura di 2 ragazzi, artisti nei mosaici, la cooperativa inizia a farsi un buon nome ed aumentano i lavori. Ognuno nella cooperativa ha il suo ruolo.
Purtroppo, per le forti dosi di medicine, i ragazzi non sono in grado di lavorare a tempo pieno. Così, grazie all'appoggio del dottor Furlan, Nello riesce a convincere i pazienti a lasciare il dottor Del Vecchio.
"Se si arrabbia digli che ho firmato per ultimo..."
Sotto le cure del dottor Furlan le dosi delle medicine vengono ridotte di più del 50% e i ragazzi rendono di più. E così, Nello riesce ad ottenere nuove commesse e dopo poco tempo arriva l'occasione importante con l'appalto a Parigi per la decorazione delle fermate della Metro. In questo caso però c'è un investimento iniziale per i soci, ma la sicurezza di importanti guadagni futuri è assicurata. Inaspettatamente, però, all'assemblea decisiva i ragazzi si rifiutano e votano contro. Ora si sentono bene e non vogliono stare un periodo senza stipendio. Nello la prende male, ma poi ci riflette su.
"Loro che ti votano contro è la tua vittoria più bella, non te ne sei reso conto?"
Il film prosegue da qui con le vicende sentimentali di uno dei ragazzi che purtroppo finiscono in tragedia. Alla fine accetteranno l'appalto e la cooperativa si ingrandirà. In ogni caso considero il precedente dialogo tra Nello e il dottor Furlan come punto chiave del film. E' la fine del passaggio da detenzione a riabilitazione. Ed era il punto chiave dell'ideale, tramutato poi in legge, di Franco Basaglia, colui che più ha combattuto affinché la cura della malattia mentale non fosse fondata solamente su terapie farmacologiche, ma anche e soprattutto su rapporti umani rinnovati con il personale.

1 commento:

Pamela ha detto...

Mi hai incuriosito, credo che valga proprio la pena di vederlo...

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