"Finocchio, mettila fuori!"L'arbitro sente tutto, va da Magnani e lo espelle per "espressioni irriguardose". In realtà Magnani non voleva offendere nessuno. Ha semplicemente chiamato il giocatore, tal Francesco Finocchio, per cognome. L'unico problema è dovuto all'ortaggio offensivo che il ragazzo ha per cognome.
Secondo me, comunque, l'arbitro non ha tutti i torti. C'è gente che questo appellativo proprio non lo vuol sentire. La sfortuna ha voluto che gli sia capitato l'unico giocatore che non si faceva problemi, ma in tutti gli altri casi avrebbe fatto bene. Prendiamo ad esempio Paul Vitti (Terapia e Pallottole - 1999):
"Un’altra cosetta. Se io parlo con te, e tu mi dici che sono finocchio, io t’ammazzo. Ci siamo intesi?"
Uno così come avrebbe reagito? Sicuramente non come Francesco Finocchio. Io sono con l'arbitro. La decisione va presa in pochi secondi, meglio andare sul sicuro. Chi dice finocchio lo caccio a prescindere. Sennò mi potrebbe incattivire la partita.
E se ci fosse un giocatore con il caratteraccio di Paul Vitti, le partite si potrebbero incattivire veramente tanto...
E se ci fosse un giocatore con il caratteraccio di Paul Vitti, le partite si potrebbero incattivire veramente tanto...
1 commento:
Elio insegna:
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"Gimmi Ilpedofilo è morto innocente, vittima solo del proprio cognome. E ora dall'alto del Paradiso ci guarda col suo sorriso buono in compagnia dei suoi nuovi amici, che già subirono la stessa sorte:
Fabio Uxoricidi, Roberto Ammazzaneonati, ma soprattutto Fabia Inculamorti."
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"E la morale di questa storia è che la fretta ti consiglia male. Quanti altri ancora dopvranno morire per un errore di valutazione? Quante le vedove che piangeranno, o i padri che non vedranno tornare quei figli ai quali hanno dato un cognome che fa paura all'uomo della strada?"
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